James Webb: il telescopio che sta risolvendo una miriade di dettagli
Il telescopio spaziale James Webb all’arrivo al punto Lagrange 2
Sognare è una delle attività umane più belle: ti connette con te stesso e ti connette con il mondo immaginato da te. C’è anche il sogno mirato, guidato, che ruota intorno a un tema, a un problema, a un sentimento, a un’intuizione. Dopodiché, se vuoi trasformare il sogno in qualcosa di reale, inizia il lavoro: vedere la possibilità di portare i fatti sognati nella cosiddetta realtà, capire la sua fattibilità, le sue limitazioni, comprendere se sensato farlo diventare concreto, per poi trasformarlo in progetto duro. E da lì, il lavoro non finisce più: più è grandioso il sogno, più diventa complesso il progetto, più lavoro crea. Più miri in alto, più dettagli devono essere risolti.
James Webb, il telescopio spaziale, sta viaggiando nelle profondità dello spazio per raggiungere la sua destinazione, il secondo punto Lagrange. Questo punto dista 1,5 milioni di chilometri dalla Terra e permette al Telescopio di stazionare per le sue osservazioni, protetto dai raggi diretti del sole e con un consumo minimo di carburante per mantenere la posizione. Quello che ci affascina infinitamente è il fatto che James Webb debba arrivare a Lagrange 2 con velocità praticamente zero, ma non ha la possibilità di frenare.
Può soltanto accelerare, ma per decelerare avrebbe bisogno di girarsi ed emettere propulsione nella direzione opposta: cosa non prevista per la salvaguardia degli strumenti altamente sensibili al calore. Difatti, il grande successo del lancio con il razzo Ariane 5 il 25 dicembre non è stato solo il fatto che il telescopio arrivasse sano e salvo nello spazio, ma che arrivasse nel punto giusto e con la velocità perfetta per poter continuare il suo viaggio verso Lagrange 2. Senza. Dover. Frenare. Questa velocità era ottima, cosa che, per il risparmio di carburante potrà prolungare la vita di James Webb di diversi anni.
Oggi, il 24 gennaio 2022, 29 giorni dopo il suo lancio, James Webb ha trascorso 1'432'816 chilometri, e dista 42'522 chilometri dal suo punto d’arrivo Lagrange 2. Significa che ha compiuto il 98,32 % del suo viaggio, prima di mettersi nella sua orbita di lavoro. Durante questo suo viaggio ha spiegato completato il suo schermo di protezione contro i raggi solari, ha aperto lo specchio secondario come anche lo specchio principale, ed è riuscito a mettere in posizione tutti i 18 segmenti che compongono lo specchio principale. Ognuno di questi elementi dispone di sei minuscoli motori che aggiustano la sua posizione entro margini strettissimi. Anche i 18 attuatori che daranno a ogni elemento la sua curvatura in linea esatta con i rimanenti elementi dello specchio sono stati messi in posizione e funzionano.
I dettagli. Si dice facilmente in una mezza frase “ha spiegato gli schermi solari” — sai come hanno risolto il problema delle 178 molle che dovevano stendere le strutture per lo spiegamento? Di solito, in un caso così, si fanno scattare delle piccole esplosioni che sbloccano i meccanismi — nel caso di James Webb questo non era possibile, per l’alta sensibilità degli strumenti al calore. Si è optato per 178 fili di ferro che tenevano in tensione i meccanismi. Questi fili sono stati fusi con la corrente elettrica, così le molle hanno potuto scattare e permettere lo spiegamento, passo per passo. Soluzione vincente. Pensala. Realizzala. E, sopratutto, garantisci che tutte le 178 molle scattino, nelle circostanze dello Spazio.
Fra poco ci siamo. La velocità attuale di Webb è di 213,1 metri per secondo, dunque di 767,16 chilometri all’ora. La temperatura della sonda alla parte esposta alle radiazioni di calore del sole, della Terra e della luna attualmente è di 53° C, alla parte in ombra è di -209° C.
Un sogno sta diventando realtà. Noi baciamo i piedi a coloro che riescono a risolverne i dettagli.